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Restinco-Manduria, tentati suicidi e caccia all’uomo.

Immigrati in fuga

 

Mentre tutti gli occhi sono concentrati su Berlusconi a Lampedusa, camicia nera e discorso demagogico, e sulla situazione di Manduria, anch’essa nel caos, Restinco rimane l’inferno che è sempre stato. Mercoledì 30 Marzo, secondo fonti che arrivano da dentro, un recluso ha provato ad impiccarsi all’interno del cie, ed è stato salvato in extremis. Continue reading


…e cinismo politico

Il buono e il cattivo tempo da queste parti lo fanno loro. Ovviamente, in caso di bel tempo non puoi ringraziare loro, vorrebbe dire che il lavaggio del cervello dei media ha funzionato. Rappresentano il classico cinismo votato alla convenienza, probabilmente ogni dichiarazione che rilasciano, per essere efficace, è sempre seguita da una ricerca di mercato sul gradimento. Inutile dire che il disprezzo, verso elementi come questi, è massimo, e non riusciranno mai a convincerci del contrario. Continue reading


Paura del dissenso….

Da quando questo blog è nato ci siamo accorti di quanto alcuni siano molto interessati a quello che qui viene scritto. Da un lato non può che farci piacere, poichè persone di tutti i tipi, da ogni parte d’Italia, seguono con attenzione le  orribili vicende di un lager in una nota (oramai ex) terra d’accoglienza. Sono persone che ogni giorno, ciascuno a suo modo, si sbattono per denunciare ma anche solo informare su quella che è diventata normale amministrazione dei flussi migratori: “non hai il pezzo di carta? devi essere chiuso, maltrattato e dimenticato” . Sempre se alla fine di questa terapia tu non venga deportato. Continue reading


Situazioni promiscue..

Oggi non ho niente da dire. A parte il fatto che qui vicino voi, persone, esseri umani,  ragazzi, siete costretti a vivere in condizioni oltre ogni limite di sopportazione.

Oggi non ho niente da dire. A parte il fatto che un pezzo di carta che non c’è vi condanna a questo. Già, perchè se hai trovato il coraggio di scappare dal paese che ti ha visto nascere e crescere, un pezzo di carta è nulla, pensando a tutti quelli che hai dato per partire. Ma se stai dall’altra parte, di chi accoglie, quel pezzo di carta rappresenta la differenza nel tuo futuro. Se ce l’hai sarai una pedina come tante in questo sistema putrefatto. Se ne sei sprovvisto, allora sarai schiavo. Sarebbe stato meglio per te non partire proprio.

Già che sei qui ti chiudo in un lager, e ti faccio marcire lì dentro per sei mesi, con la scusa che devo identificarti.

Ti faccio mangiare da schifo, ti stuzzico e ti vesso in ogni modo, non do ascolto alle tue richieste, ti faccio visitare l’infermeria con il contagocce, più per imbottirti di psicofarmaci che per curarti, e se alzi la voce o tenti di scappare, allora saranno legnate.

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Il lavoro rende liberi (?)

L’immigrazione attuale si inserisce in un periodo critico dell’economia italiana, una crisi che gli esperti indicano come l’inizio di una discesa inarrestabile del modello economico liberista. Tale modello mostra le sue debolezze, lì dove non è in grado di utilizzare le sue potenzialità e risorse a favore delle popolazioni più povere del pianeta, le quali si riversano in cerca di migliori condizioni di vita, negli stessi paesi che nel periodo coloniale hanno depauperato le loro terre e lasciato che sprofondassero nella povertà e vivessero la loro esistenza sottomessi a regimi perlopiù dittatoriali, tenuti in piedi anche grazie alla passività, in alcuni casi peggio ancora compiacenza, dei paesi europei.

Gli emigranti delle coste meridionali del mediterraneo possono essere osservati sotto un’ottica che evidenzia il riflesso inverso, l’esternalità negativa di una spartizione della ricchezza che non ha messo al centro delle sue azioni l’umanità intera, ma solo una sua piccola parte. La povertà di interi continenti porta con sé i geni del colonialismo, e ne è la sua diretta conseguenza.

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Esercizi di memoria 2

Solo per dovere di cronaca pubblichiamo le votazioni finali della legge 189  del 2002, meglio nota come famigerata Bossi-Fini. Cerca pure il tuo “eletto” e vedi cosa ha deciso per te…

Votazione legge Bossi-Fini


Esercizi di memoria 1

Questo post lo consigliamo volentieri a chi, già in tempi non sospetti, aveva evidenti carenze di fosforo, elemento necessario al corpo umano per evitare di fare figuracce davanti alla storia. Sono ancora molti i bisognosi, tant è che noi proviamo a fare un breve riassunto. Suggeriamo, per voi che già avete sviluppato la vostra, di memoria, di affinare le indubbie qualità di cui disponete con un gioco dal titolo: Chi ti rappresentò nel 1997? Cercate nell’elenco qui sotto: deluso o soddisfatto?

La votazione finale qui sotto approvò con una buona maggioranza l’istituzione dei CPT, e porta il nome del vostro presidente, Giorgio Napolitano, e della sua amica Livia Turco. Ottima memoria, non erano leghisti.

P.S.: Ho trovato il nome del mio concittadino rappresentante e la sua votazione: non mi ha deluso affatto, infatti anche lui è amico del vostro Napolitano…

votazione Turco-Napolitano(1997)


In Italia mi trovo per caso, ma è al mondo che son venuta

 

La magia nera, René Magritte

La necessità di trovare soluzioni diventa sempre più aggressiva, corrode la mente. Ad ogni rifiuto di accettazione passiva di decisioni politiche, frutto di meschini calcoli riconoscibili dal nauseante odore, segue la richiesta di proporre l’alternativa percorribile.

Più ci si infila nel tunnel delle “ possibili soluzioni per arginare il problema”, più ci si avvicina al dirupo del compromesso.

Più le parole si avvicinano al dibattito politico post-tg, più si allontanano dall’uomo.

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A Brindisi l’accoglienza (1991)

 

Accadeva, vent’anni orsono, nella notte tra il 6 ed il 7 marzo del 1991, che la città di Brindisi vedeva arrivare una moltitudine di gente, stipata come sardine, su carrette del mare che chissa’ come facessero a rimanere in piedi…molti brindisini si svegliarono la mattina e, guardando il mare, videro questa immensa distesa umana sulla banchina del porto: era l’esodo albanese.

Quel paese, che nei giorni di cielo terso è visibile dai punti alti della città, era imploso su se stesso e la guerra civile una vicenda quasi inevitabile. A decine di migliaia si riversarono nei porti di Durazzo, Valona, aspettando solo di salire sulla prima imbarcazione che li portasse via dalla fame, dall’assenza di libertà, dalle prigioni e dallo sfruttamento.

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Toni Negri e le rivolte arabe

Sulle  sollevazioni popolari che stanno interessando la sponda sud del mediterraneo e non solo abbiamo letto un illuminante articolo di Valerio Evangelisti pubblicato dagli amici e compagni di TerraRossa. Qui vi proponiamo un altrettanto interessante brano che Toni Negri ha scritto insieme a Michael Hardt sul Guardian del 24 Febbraio. Riprendendo ciò che già aveva affermato Evangelisti, e cioè che questi moti  in ciabatte e kalashnikov sono il risultato della frustrazione di grossa parte della gioventù araba, colta e disoccupata, egli afferma che la richiesta di cacciare via i dittatori che sono lì da trent’anni è solo il primo degli auspici di chi scende in piazza, seguito da importanti domande sociali a cui nessuno ha ancora dato risposta. Ecco allora che si apre il dibattito sui parallelismi tra il Nord-Africa ed il resto del mondo, con interessanti considerazioni. Buona lettura

Traduzione: UniNOMADE 2.0

Gli arabi nuovi pionieri della democrazia

La sfida per gli osservatori delle insurrezioni in nord Africa e Medio Oriente è leggerle non tanto come ripetizioni del passato ma piuttosto come esperimenti che aprono nuove possibilità politiche per la libertà e la democrazia ben oltre la regione. In effetti, noi speriamo che attraverso questo ciclo di lotte il mondo arabo diventi nei prossimi decenni ciò che l’America Latina è stata nei decenni passati, ovvero un laboratorio di sperimentazione politica tra il potere dei movimenti sociali e i governi progressisti dall’Argentina al Venezuela, dal Brasile alla Bolivia.

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