Monthly Archives: Aprile 2011

Un caffè a Oria.

Ci piace che questo blog si arricchisca, oltre che di notizie riguardanti i cie e le politiche deliranti in tema di immigrazione, anche di riflessioni e pensieri. Ci piace che ognuno metta del suo nella discussione sulla paura del diverso, sulle contraddizioni evidenti tra il principio dell’accoglienza, sbandierato da tutti, e i fatti reali che ogni giorno si ripercuotono su chi, di questa accoglienza, avrebbe davvero un bisogno immediato. Tanto più che la nostra terra, il salento del sole, del mare e del vento, ha nelle sue tradizioni quella di veder arrivare gente di terre lontane, e nei secoli si è dimostrata come una terra povera, ma proprio per questo, forse, più vicina a capire la disperazione di chi chiede una possibilità di vita migliore. E’ forse utile ricordare l’intervista di un “camuffato” tunisino, che per le vie di Oria (Br) chiedeva pane e soldi, proprio come fanno i migranti veri in questi giorni, ad una anziana signora del posto. Lei ha dato tutto quello che era nelle sue possibilità, e ha voluto consolare il “finto tunisino” dicendogli che capiva perfettamente i suoi stati d’animo, essendo stata anche lei emigrante, quando era ragazza, non all’estero, bensì a Milano. Questo articolo è scritto da una di noi, ed è il frutto di una ricerca interiore e di esperienze vissute in questi giorni a pochi passi dalla “tendopoli di Manduria”.

Una tazzina di caffè a Oria

A volte è necessario fermarsi, sollevarsi ed osservare tutto dall’alto, magari creando delle relazioni fra presente e passato, poiché la memoria, se esiste, a qualcosa dovrà pur servire e gli occhi, se esistono avranno certamente una funzione. Continue reading


Manduria 9 aprile:presidio (non) autorizzato e riflessioni

Questo report descrive una giornata straordinaria, quella di sabato 9 aprile,  in cui abbiamo deciso di tornare davanti alla tendopoli tra Oria e Manduria per ribadire ancora una volta che la politica sull’immigrazione di questo governo, ma di tutti i governi in generale, è una visione sciagurata del mondo, ed è complice e funzionale di un colonialismo mai finito. Non possiamo accettare che il concetto di accoglienza diventi pratica da appaltare a questa o quella azienda o organizzazione statale, non possiamo accettare che gente che fugge dalla propria terra perchè non può o perchè non vuole più starci venga rinchiusa, privata della libertà, marginalizzata e ghettizzata e ancora peggio venga diffusa l’idea che sia un pericolo incombente sulla testa dei cittadini. Non si può credere che creando una o più tendopoli in cui ammassare immigrati di ogni tipo si sia risolto il problema. Le notizie di queste ore, gli schiaffi che Maroni ha preso in sede europea, sono la ulteriore testimonianza (se qualcuno ne avesse il bisogno) che ciò che hanno fatto le autorità del vecchio continente, appoggiando prima dittatori sanguinari con i quali per anni hanno fatto affari, e poi bombardando, fregandosene altamente delle conseguenze, è un enorme fallimento visibile a tutti. Continue reading


Riviste clandestine

Questo articolo è tratto dal numero di febbraio di “In vece”, giornale distribuito nelle situazioni di movimento e che pare sia pericoloso (o almeno compromettente) avere, da qualche giorno a questa parte. Perchè? A noi pare che questa rivista dica il giusto. Forse è proprio questa la risposta.

 

«Davanti alla rivolta che nelle ultime settimane sta divampando in Tunisia, senza dubbio in molti ci saremo chiesti cosa fare, come contribuire a far sì che le esplosioni di rabbia nelle strade di Tunisi, Gabes, Gerba, La Marsa possano stimolare e al contempo essere sostenute da quanto accade nelle nostre città.

“L’Italia sostiene i governi in Tunisia e in Algeria, che hanno avuto coraggio e costituiscono un’importante presenza mediterranea, soprattutto nella lotta al terrorismo”. Traducendo queste parole pronunciate dal ministro degli esteri Frattini è chiaro che il colonialismo italiano ha fortissimi interessi in questi paesi e che lo Stato e le aziende del nostro paese hanno enormi responsabilità nel costruire un presente di miseria per milioni di uomini e donne tunisini. Continue reading


Manduria, media, morti e superstiti

Manduria, mercoledì 6 aprile. Appena arrivati alla tendopoli si nota subito qualcosa di strano. Per strada non c’è il solito via vai di gente di ogni tipo, i migranti sono quasi tutti all’interno del campo, e li vedi radunati solo quando dei ragazzi arrivano con i tamburelli e cominciano a suonare la pizzica. L’aria è distesa, tutti hanno capito che devono avere pazienza e aspettare le papier.

Ma non mancano solo loro, in questo ombelico del mondo che è diventato questo tratto di campagna salentina. Pochi mezzi delle forze dell’ordine, e soprattutto, quasi nessun giornalista. Uno di noi, con la sua macchina fotografica, si dirige verso il furgone di una troupe televisiva di un canale satellitare molto famoso, (comincia con sk…) e chiede:

“Dove sono tutti gli altri?”, intendendo capire dell’assenza dei media che  i giorni precedenti avaveno affollato questo angolo di sud.

“Sono tutti a Lampedusa” il reporter aveva usato il loro, quasi a volersi smarcare dalla scelta, “lì ci sono i morti, qui no”. E stringendosi nelle spalle aveva dato la motivazione scontata e agghiacciante del loro lavoro. Dopo qualche minuto, anche questa troupe se ne andava, da sola, forse verso la Sicilia…

Intanto i migranti che sono scampati al naufragio di due giorni fa, oggi, venerdì 8, sono stati trasferiti tutti nel CARA di Restinco. In tutto 57, arrivati con un aereo da Lampedusa, 2 di loro sono ricoverati all’ospedale Perrino di Brindisi, tutti sono ancora sotto choc, hanno vissuto storie terribili e adesso comincia un altro calvario.


Manduria: appuntamento per il 9 aprile

L’assemblea regionale tenuta a taranto oggi 4 aprile sulla vicenda dei migranti a Manduria, con la presenza di delegazioni di Taranto, Brindisi, Lecce, Bari, lancia l’appello per una ASSEMBLEA PRESIDIO PER SABATO 9 APRILE DALLE ORE 15 PRESSO IL CAMPO DI MANDURIA al fine di proseguire le iniziative di solidarietà già intraprese a favore dei migranti. Questo presidio-assemblea servirà a costruire un rapporto stabile con i migranti per realizzare insieme una piattaforma rivendicativa adeguata alle loro esigenze ed a proporre la continuità dei percorsi di lotta per sostenere le loro legittime rivendicazioni.
Le parole d’ordine che caratterizzeranno l’iniziativa del 9 sono:
– Nessun appoggio alle guerre per il petrolio
-chiusura del campo di Manduria e di tutti i lager per i migranti
-permesso di soggiorno e libera circolazione per tutti i migranti
-accoglienza e diritti per tutte e tutti.
Si invitano tutte/i a partecipare in massa ed a portare generi di prima necessità, vestiario, scarpe, etc. da distribuire ai migranti

COMITATO ANTIRAZZISTA PUGLIESE


Conosci Connecting People?

Pubblico questo post per fare chiarezza (perchè ce n’è ancora bisogno) su chi è Connecting People e su cosa fa. Provate a vedere sul suo sito cosa dice della situazione di Manduria nel suo ultimo comunicato stampa. Sembra una bella favoletta. Non lo è. E’, invece, una storia di profitti enormi attraverso la (pessima) gestione di campi di concentramento per immigrati irregolari, o, in base all’andamento del mercato, profughi delle varie emergenze. Profitti cresciuti sulle spalle della gente che non può o non vuole più stare nel proprio paese. Un dettagliato articolo di Carta può aiutarci. Anche se all’epoca (2009) non gestiva Restinco, tutto è pressochè rimasto uguale.

Gestire lager per migranti non è un’opprtunità, è un’infamia.

Continue reading


Menzogne mediatiche

Se in questi giorni provate a digitare restinco su google, vi apparirà, tra le primissime voci, questo articolo, (chiamiamolo così)  firmato da tale Antonio Portolano, sedicente giornalista di Brindisi Report, uno dei quotidiani on-line della città. Vogliamo sperare che la redazione di questo giornale non si sia accorta dell’abominevole scritto del signore di cui sopra. Altrimenti dovremmo cominciare a pensare che notizie come queste, piene almeno di molte inesattezze, siano il pane quotidiano dei giornali. Ad onor del vero, in seguito alla notizia del divieto imposto agli organizzatori del 3 Aprile, anche la Gazzetta del Mezzogiorno riportava notizie false circa, appunto, chi avesse indetto quel presidio, che non era Emergency (che ha comunque aderito e con la quale stiamo collaborando anche a Manduria), bensì proprio il gruppo no-cie.

Continue reading


Resoconto da Manduria

Alcuni di noi, ancora bruciante la sconfitta seguita al divieto di presidio davanti a Restinco, hanno deciso di cercare comunque un coordinamento tra le varie realtà della zona, in un punto che più significativo proprio non si sarebbe potuto scegliere: la stazione ferroviaria di Oria (Br), che da qualche giorno è diventato un crocevia rispetto a quella che tutti chiamano la tendopoli di Manduria. Scrivo questo perchè la distanza tra quello che si può sentire attraverso i media e la realtà diventa abbissale se ti cali un attimo nella situazione. Proprio per questo, oltre che per ricercare un momento di incontro con tutti, abbiamo raggiunto il campo nella giornata di lunedì. Si trova a pochi chilometri da Oria, ma essendo in territorio di Manduria, da quest’ultima ha preso il nome mediatico, e non solo. Continue reading


Modena e Restinco: la strategia dei Maroni

Riporto un articolo di Macerie e storie di Torino, interessante per capire che non solo a Brindisi l’autorità nega la possibilità di smascherare i meccanismi di questi tempi bui. Spezzando il filo diretto tra chi si rivolta, dentro, e chi solidarizza, fuori, ma anche restringendo le libertà di ognuno, compreso chi, oggi,  non si sentisse interessato a certe tematiche. Domani, quando costoro si accorgeranno di non avere più margini di dissenso possibile, sarà tardi. E’ bene svegliarsi subito. Continue reading


Comunicato sul presidio vietato

Questo è il comunicato che il nostro gruppo ha redatto in seguito a ciò che è successo domenica 3 aprile. Chi volesse, (tra i presenti e non),  può mandare la propria adesione alla nostra mail, che vedete qui a destra, prima che tale comunicato venga diffuso agli organi di stampa. Naturalmente è solo una formalità, l’unica cosa che ci interessa (e ci addolora) è che quei ragazzi che ci aspettavano domenica non saranno stati felici di ciò che è successo. Noi siamo incazzati. Continue reading