Monthly Archives: Marzo 2011

Restinco-Manduria, tentati suicidi e caccia all’uomo.

Immigrati in fuga

 

Mentre tutti gli occhi sono concentrati su Berlusconi a Lampedusa, camicia nera e discorso demagogico, e sulla situazione di Manduria, anch’essa nel caos, Restinco rimane l’inferno che è sempre stato. Mercoledì 30 Marzo, secondo fonti che arrivano da dentro, un recluso ha provato ad impiccarsi all’interno del cie, ed è stato salvato in extremis. Continue reading


Lampedusa, l’accoglienza, le bugie dei media

Questo video parla da solo. Non voglio aggiungere niente. Ringrazio Femminismo a sud per averlo diffuso. A breve una discussione sulle menzogne dei media, su chi sono i veri colpevoli della diffusione di idee razziste, sulla creazione dell’emergenza come strumento di dissuasione dal dissenso.

lampedusa e accoglienza (Youtube)


…e cinismo politico

Il buono e il cattivo tempo da queste parti lo fanno loro. Ovviamente, in caso di bel tempo non puoi ringraziare loro, vorrebbe dire che il lavaggio del cervello dei media ha funzionato. Rappresentano il classico cinismo votato alla convenienza, probabilmente ogni dichiarazione che rilasciano, per essere efficace, è sempre seguita da una ricerca di mercato sul gradimento. Inutile dire che il disprezzo, verso elementi come questi, è massimo, e non riusciranno mai a convincerci del contrario. Continue reading


Paura del dissenso….

Da quando questo blog è nato ci siamo accorti di quanto alcuni siano molto interessati a quello che qui viene scritto. Da un lato non può che farci piacere, poichè persone di tutti i tipi, da ogni parte d’Italia, seguono con attenzione le  orribili vicende di un lager in una nota (oramai ex) terra d’accoglienza. Sono persone che ogni giorno, ciascuno a suo modo, si sbattono per denunciare ma anche solo informare su quella che è diventata normale amministrazione dei flussi migratori: “non hai il pezzo di carta? devi essere chiuso, maltrattato e dimenticato” . Sempre se alla fine di questa terapia tu non venga deportato. Continue reading


Situazioni promiscue..

Oggi non ho niente da dire. A parte il fatto che qui vicino voi, persone, esseri umani,  ragazzi, siete costretti a vivere in condizioni oltre ogni limite di sopportazione.

Oggi non ho niente da dire. A parte il fatto che un pezzo di carta che non c’è vi condanna a questo. Già, perchè se hai trovato il coraggio di scappare dal paese che ti ha visto nascere e crescere, un pezzo di carta è nulla, pensando a tutti quelli che hai dato per partire. Ma se stai dall’altra parte, di chi accoglie, quel pezzo di carta rappresenta la differenza nel tuo futuro. Se ce l’hai sarai una pedina come tante in questo sistema putrefatto. Se ne sei sprovvisto, allora sarai schiavo. Sarebbe stato meglio per te non partire proprio.

Già che sei qui ti chiudo in un lager, e ti faccio marcire lì dentro per sei mesi, con la scusa che devo identificarti.

Ti faccio mangiare da schifo, ti stuzzico e ti vesso in ogni modo, non do ascolto alle tue richieste, ti faccio visitare l’infermeria con il contagocce, più per imbottirti di psicofarmaci che per curarti, e se alzi la voce o tenti di scappare, allora saranno legnate.

Continue reading


Presidio sotto il cie

Siamo pronti, c’è ANCHE l’autorizzazione della questura. A breve gli aggiornamenti.


Ne abbiamo le prove

Pubblichiamo qui un interessante articolo di Gabriele Del Grande, scrittore e viaggiatore. Potete trovarlo, assieme ad altre decine di articoli sul suo blog  http://fortresseurope.blogspot.com/.

Fortezza Europa

commemorazione di morti in mareGiorno per giorno, da anni, il mare di mezzo è divenuto una grande fossa comune, nell’indifferenza delle due sponde del mare di mezzo. Dal 1988 almeno 15.760 giovani sono morti tentando di espugnare la fortezza Europa. Ne abbiamo le prove. Sono migliaia di articoli recensiti negli archivi della stampa internazionale. Potete consultarli per area geografica e per anno di pubblicazione. Vi proponiamo anche i bollettini mensili, la sezione statistica sugli sbarchi e una pagina di approfondimento.

Nel Mar Mediterraneo e nell’Oceano Atlantico verso le Canarie sono annegate 11.150 persone. Metà delle salme (6.649) non sono mai state recuperate. Nel Canale di Sicilia tra la Libia, l’Egitto, la Tunisia, Malta e l’Italia le vittime sono 4.249, tra cui 3.110 dispersi. Altre 186 persone sono morte navigando dall’Algeria verso la Sardegna. Lungo le rotte che vanno dal Marocco, dall’Algeria, dal Sahara occidentale, dalla Mauritania e dal Senegal alla Spagna, puntando verso le isole Canarie o attraversando lo stretto di Gibilterra, sono morte almeno 4.551 persone di cui 2.332 risultano disperse. Nell’Egeo invece, tra la Turchia e la Grecia, ma anche dall’Egitto alla Grecia, hanno perso la vita 1.389 migranti, tra i quali si contano 840 dispersi. Infine, nel Mare Adriatico, tra l’Albania, il Montenegro, la Grecia e l’Italia, sono morte almeno 637 persone, delle quali 253 sono disperse. Inoltre, almeno 629 migranti sono annegati sulle rotte per l’isola francese di Mayotte, nell’oceano Indiano. Il mare non si attraversa soltanto su imbarcazioni di fortuna, ma anche su traghetti e mercantili, dove spesso viaggiano molti migranti, nascosti nella stiva o in qualche container, ad esempio tra la Grecia e l’Italia. Ma anche qui le condizioni di sicurezza restano bassissime: 153 le morti accertate per soffocamento o annegamento.

Continue reading


Fronte dei CIE: comunicato FAI

Fronte del CIE. Fiamme, rivolte e fughe

Brindisi, Bari, Milano, Torino, Gradisca. Tornano ad infiammarsi i CIE
italiani. Nell’ultima settimana si sono susseguite rivolte, incendi, atti
di autolesionismo, fughe.
Protagonisti delle proteste sono quasi sempre gli immigrati tunisini,
molti dei quali imprigionati dopo lo sbarco a Lampadusa. Assaggiato il
sapore aspro e seducente della libertà non sanno più farne a meno. Hanno
abbattuto il satrapo Ben Alì e non vogliono rassegnarsi alle gabbie in cui
li rinchiude lo Stato italiano.

Restinco, 21 marzo. Sono inagibili buona parte delle camerate del CIE
brindisino, teatro di una rivolta scoppiata nella notte tra lunedì 14 e
martedì 15 marzo. Buona parte delle camerate sono state investite dalle
fiamme: per bloccare i tunisini protagonisti della sommossa, la questura
ha dovuto inviare, oltre ai vigili del fuoco, anche poliziotti
dell’antisommossa e della digos.
 Continue reading

Restinco: tunisino si taglia la gola, sciopero della fame

Intorno alle 23 di ieri, 20 marzo, nel cie di Restinco si è scatenato
l'inferno. I reclusi sono tutti terrorizzati per l'accaduto. Un ragazzo
tunisino, fra gli ultimi arrivati a seguito dei disordini nord-africani,
si è tagliato la gola con un coltellino, dopo aver avuto un'animata
discussione con l'ispettore del centro. Dall'interno ci comunicano che il
ragazzo era continuamente insultato e stuzzicato dall'ispettore e la sua
tolleranza ha raggiunto il limite, dopo che il funzionario gli ha detto
che si sarebbe “scopato sua sorella”. Non è chiaro chi abbia chiamato
l'ambulanza, ciò che è certo e che essa è stata rimandata indietro dal
medico del cie, non appena giunta a Restinco. Il ragazzo rimaneva in
infermeria, nella quale era vietato l'accesso agli altri detenuti. Al
momento dell'accaduto erano presenti gli operatori della cooperativa
Nuvola, che gestisce il centro di Restinco.
I detenuti erano soli con le forze dell'ordine. Tutti i reclusi
decidono di protestare attuando lo sciopero della fame e pregano
affinché qualcuno si accorga della loro indegna esistenza, ripetono che
è necessario che i giornali e le televisioni entrino in quel posto,
per rendere testimonianza dell'inferno che vivono. Intanto i ragazzi
continuano ad assumere calmanti per annebbiare la mente e cercare di
dormire.
Sui giornali si legge:
“Intere camerate sono state distrutte – spiega Cicoria -, soprattutto
negli arredi. Ma abbiamo provveduto a fornire nuovi letti e per fortuna
non è stata compromessa la solidità dell’immobile sul quale sono stati
fatti gli accertamenti del caso, per questo non abbiamo ritenuto di
doverlo evacuare”.

http://www.brindisireport.it/prima-pagina/2011/03/19/

I detenuti continuano ad affermare di dormire sul pavimento. Il tunisino
pare stia meglio.
Ascolta l'intervista che il gruppo no-cie Brindisi ha rilasciato
ai compagni romani di Radio Onda Rossa 

intervista a no-cie brindisi

 


Il lavoro rende liberi (?)

L’immigrazione attuale si inserisce in un periodo critico dell’economia italiana, una crisi che gli esperti indicano come l’inizio di una discesa inarrestabile del modello economico liberista. Tale modello mostra le sue debolezze, lì dove non è in grado di utilizzare le sue potenzialità e risorse a favore delle popolazioni più povere del pianeta, le quali si riversano in cerca di migliori condizioni di vita, negli stessi paesi che nel periodo coloniale hanno depauperato le loro terre e lasciato che sprofondassero nella povertà e vivessero la loro esistenza sottomessi a regimi perlopiù dittatoriali, tenuti in piedi anche grazie alla passività, in alcuni casi peggio ancora compiacenza, dei paesi europei.

Gli emigranti delle coste meridionali del mediterraneo possono essere osservati sotto un’ottica che evidenzia il riflesso inverso, l’esternalità negativa di una spartizione della ricchezza che non ha messo al centro delle sue azioni l’umanità intera, ma solo una sua piccola parte. La povertà di interi continenti porta con sé i geni del colonialismo, e ne è la sua diretta conseguenza.

Continue reading