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Presidio al CIE di Restinco

 

Portate fischietti, trombe, padelle e qualsiasi cosa faccia casino. Facciamoci sentire, oltre il muro!

Domenica 3 Aprile alle ore 10,30 si terrà un presidio di protesta davanti al CIE (centro di identificazione ed espulsione) di Restinco. Continue reading


Restinco-Manduria, tentati suicidi e caccia all’uomo.

Immigrati in fuga

 

Mentre tutti gli occhi sono concentrati su Berlusconi a Lampedusa, camicia nera e discorso demagogico, e sulla situazione di Manduria, anch’essa nel caos, Restinco rimane l’inferno che è sempre stato. Mercoledì 30 Marzo, secondo fonti che arrivano da dentro, un recluso ha provato ad impiccarsi all’interno del cie, ed è stato salvato in extremis. Continue reading


…e cinismo politico

Il buono e il cattivo tempo da queste parti lo fanno loro. Ovviamente, in caso di bel tempo non puoi ringraziare loro, vorrebbe dire che il lavaggio del cervello dei media ha funzionato. Rappresentano il classico cinismo votato alla convenienza, probabilmente ogni dichiarazione che rilasciano, per essere efficace, è sempre seguita da una ricerca di mercato sul gradimento. Inutile dire che il disprezzo, verso elementi come questi, è massimo, e non riusciranno mai a convincerci del contrario. Continue reading


Paura del dissenso….

Da quando questo blog è nato ci siamo accorti di quanto alcuni siano molto interessati a quello che qui viene scritto. Da un lato non può che farci piacere, poichè persone di tutti i tipi, da ogni parte d’Italia, seguono con attenzione le  orribili vicende di un lager in una nota (oramai ex) terra d’accoglienza. Sono persone che ogni giorno, ciascuno a suo modo, si sbattono per denunciare ma anche solo informare su quella che è diventata normale amministrazione dei flussi migratori: “non hai il pezzo di carta? devi essere chiuso, maltrattato e dimenticato” . Sempre se alla fine di questa terapia tu non venga deportato. Continue reading


Situazioni promiscue..

Oggi non ho niente da dire. A parte il fatto che qui vicino voi, persone, esseri umani,  ragazzi, siete costretti a vivere in condizioni oltre ogni limite di sopportazione.

Oggi non ho niente da dire. A parte il fatto che un pezzo di carta che non c’è vi condanna a questo. Già, perchè se hai trovato il coraggio di scappare dal paese che ti ha visto nascere e crescere, un pezzo di carta è nulla, pensando a tutti quelli che hai dato per partire. Ma se stai dall’altra parte, di chi accoglie, quel pezzo di carta rappresenta la differenza nel tuo futuro. Se ce l’hai sarai una pedina come tante in questo sistema putrefatto. Se ne sei sprovvisto, allora sarai schiavo. Sarebbe stato meglio per te non partire proprio.

Già che sei qui ti chiudo in un lager, e ti faccio marcire lì dentro per sei mesi, con la scusa che devo identificarti.

Ti faccio mangiare da schifo, ti stuzzico e ti vesso in ogni modo, non do ascolto alle tue richieste, ti faccio visitare l’infermeria con il contagocce, più per imbottirti di psicofarmaci che per curarti, e se alzi la voce o tenti di scappare, allora saranno legnate.

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Fronte dei CIE: comunicato FAI

Fronte del CIE. Fiamme, rivolte e fughe

Brindisi, Bari, Milano, Torino, Gradisca. Tornano ad infiammarsi i CIE
italiani. Nell’ultima settimana si sono susseguite rivolte, incendi, atti
di autolesionismo, fughe.
Protagonisti delle proteste sono quasi sempre gli immigrati tunisini,
molti dei quali imprigionati dopo lo sbarco a Lampadusa. Assaggiato il
sapore aspro e seducente della libertà non sanno più farne a meno. Hanno
abbattuto il satrapo Ben Alì e non vogliono rassegnarsi alle gabbie in cui
li rinchiude lo Stato italiano.

Restinco, 21 marzo. Sono inagibili buona parte delle camerate del CIE
brindisino, teatro di una rivolta scoppiata nella notte tra lunedì 14 e
martedì 15 marzo. Buona parte delle camerate sono state investite dalle
fiamme: per bloccare i tunisini protagonisti della sommossa, la questura
ha dovuto inviare, oltre ai vigili del fuoco, anche poliziotti
dell’antisommossa e della digos.
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Restinco: tunisino si taglia la gola, sciopero della fame

Intorno alle 23 di ieri, 20 marzo, nel cie di Restinco si è scatenato
l'inferno. I reclusi sono tutti terrorizzati per l'accaduto. Un ragazzo
tunisino, fra gli ultimi arrivati a seguito dei disordini nord-africani,
si è tagliato la gola con un coltellino, dopo aver avuto un'animata
discussione con l'ispettore del centro. Dall'interno ci comunicano che il
ragazzo era continuamente insultato e stuzzicato dall'ispettore e la sua
tolleranza ha raggiunto il limite, dopo che il funzionario gli ha detto
che si sarebbe “scopato sua sorella”. Non è chiaro chi abbia chiamato
l'ambulanza, ciò che è certo e che essa è stata rimandata indietro dal
medico del cie, non appena giunta a Restinco. Il ragazzo rimaneva in
infermeria, nella quale era vietato l'accesso agli altri detenuti. Al
momento dell'accaduto erano presenti gli operatori della cooperativa
Nuvola, che gestisce il centro di Restinco.
I detenuti erano soli con le forze dell'ordine. Tutti i reclusi
decidono di protestare attuando lo sciopero della fame e pregano
affinché qualcuno si accorga della loro indegna esistenza, ripetono che
è necessario che i giornali e le televisioni entrino in quel posto,
per rendere testimonianza dell'inferno che vivono. Intanto i ragazzi
continuano ad assumere calmanti per annebbiare la mente e cercare di
dormire.
Sui giornali si legge:
“Intere camerate sono state distrutte – spiega Cicoria -, soprattutto
negli arredi. Ma abbiamo provveduto a fornire nuovi letti e per fortuna
non è stata compromessa la solidità dell’immobile sul quale sono stati
fatti gli accertamenti del caso, per questo non abbiamo ritenuto di
doverlo evacuare”.

http://www.brindisireport.it/prima-pagina/2011/03/19/

I detenuti continuano ad affermare di dormire sul pavimento. Il tunisino
pare stia meglio.
Ascolta l'intervista che il gruppo no-cie Brindisi ha rilasciato
ai compagni romani di Radio Onda Rossa 

intervista a no-cie brindisi

 


Il lavoro rende liberi (?)

L’immigrazione attuale si inserisce in un periodo critico dell’economia italiana, una crisi che gli esperti indicano come l’inizio di una discesa inarrestabile del modello economico liberista. Tale modello mostra le sue debolezze, lì dove non è in grado di utilizzare le sue potenzialità e risorse a favore delle popolazioni più povere del pianeta, le quali si riversano in cerca di migliori condizioni di vita, negli stessi paesi che nel periodo coloniale hanno depauperato le loro terre e lasciato che sprofondassero nella povertà e vivessero la loro esistenza sottomessi a regimi perlopiù dittatoriali, tenuti in piedi anche grazie alla passività, in alcuni casi peggio ancora compiacenza, dei paesi europei.

Gli emigranti delle coste meridionali del mediterraneo possono essere osservati sotto un’ottica che evidenzia il riflesso inverso, l’esternalità negativa di una spartizione della ricchezza che non ha messo al centro delle sue azioni l’umanità intera, ma solo una sua piccola parte. La povertà di interi continenti porta con sé i geni del colonialismo, e ne è la sua diretta conseguenza.

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Restinco: tutti giù per terra

Il CIE di Restinco

 

Vi abbiamo raccontato, nel post precedente, dell’ultima rivolta scatenatasi la notte del 14 marzo: materassi incendiati da un gruppo di tunisini, le fiamme che hanno avvolto quasi l’intera struttura (solo poche camerate sono state risparmiate) e l’intervento in forze della polizia per sedare la sommossa.

In seguito a quanto accaduto, com’era facile prevedere, le misure repressive sono aumentate per i  reclusi, anche quelli che  non si erano resi protagonisti della protesta. Al momento, dopo quindi tre giorni da quanto accaduto, sono circa 34 i reclusi che dormono per terra, senza materassi e senza coperte, non più nelle camerate ma di nuovo nella mensa. Il timore, evidentemente, è che il malcontento possa ancora sfociare in rivolte e incendi. Queste decisioni abbassano ulteriormente le già pessime condizioni di vita all’interno di Restinco, e segnaliamo il caso di un recluso che ha la protesi ad una gamba e deve dormire a terra senza un minimo di cura per la sua situazione, non riuscendo naturalmente a riposare un attimo. Questo ragazzo ha provato a esporre il suo problema anche nell’infermeria interna al centro e alla stessa direzione del CIE, ma gli è stato detto che deve dormire insieme a tutti gli altri.

Si tenta quindi, da parte di chi gestisce il centro, di creare dissidi e conflitto tra i reclusi. Adesso tutti hanno dei buoni motivi per lamentarsi, a partire dalle condizioni di vita, che sono diventate insopportabili e disumane.

Sabato una commissione di esperti ha visitato il centro, per verificare le condizioni della struttura e valutarne l’agibilità. Alcune voci, infatti, lasciavano credere che il Cie dovesse chiudere, anche solo per il tempo necessario al suo ripristino. Il capo di gabinetto della prefettura, Erminia Cicoria, dice testualmente: “Restano lì dove sono”.

Anche i media, dopo tre giorni di quasi totale silenzio, sono costretti a dover affrontare l’argomento: leggi  12.

 


Incendio a Restinco


Nella notte tra 14 e il 15 marzo alcuni tunisini reclusi all’interno del centro di Restinco hanno portato dei materassi nel bagno e gli hanno dato fuoco. E’ stato necessario l’intervento dei pompieri per spegnere le fiamme, e si è creata una gran confusione poichè alcuni detenuti erano intossicati per le esalazioni del fumo. Il bagno è ancora inagibile, ma è già stato ridipinto dagli operatori del centro. Ai reclusi l’ispettore di polizia capo della struttura ha detto testualmente : “La prossima volta saranno calci nel culo”. A buon intenditor…

Aggiornamento 19/03/2011
Questo il resoconto che, solo due giorni dopo l’accaduto, il Quotidiano di Puglia diffonde:

Brindisi, nuova rivolta al Cie di Restinco
In fiamme camere e bagni

BRINDISI – Ennesima rivolta notturna al Cie (Centro di identificazione ed espulsione) di Restinco, e forse mai come questa volta la struttura rischia di chiudere.

Disordini durati per qualche ora, con gli extracomunitari che hanno distrutto camere bagni incendiando il centro. Polizia e militari in servizio hanno dovuto faticare non poco per fermare la rivolta. Questa mattina una commissione della prefettura ha effettuato un sopralluogo a Restinco per una valutazione della situazione, nelle prossime ore una decisione definitiva sarà presa assieme alla Questura.
Sabato 19 Marzo 2011 – 13:42