Category Archives: DISCUSSIONI

Situazioni promiscue..

Oggi non ho niente da dire. A parte il fatto che qui vicino voi, persone, esseri umani,  ragazzi, siete costretti a vivere in condizioni oltre ogni limite di sopportazione.

Oggi non ho niente da dire. A parte il fatto che un pezzo di carta che non c’è vi condanna a questo. Già, perchè se hai trovato il coraggio di scappare dal paese che ti ha visto nascere e crescere, un pezzo di carta è nulla, pensando a tutti quelli che hai dato per partire. Ma se stai dall’altra parte, di chi accoglie, quel pezzo di carta rappresenta la differenza nel tuo futuro. Se ce l’hai sarai una pedina come tante in questo sistema putrefatto. Se ne sei sprovvisto, allora sarai schiavo. Sarebbe stato meglio per te non partire proprio.

Già che sei qui ti chiudo in un lager, e ti faccio marcire lì dentro per sei mesi, con la scusa che devo identificarti.

Ti faccio mangiare da schifo, ti stuzzico e ti vesso in ogni modo, non do ascolto alle tue richieste, ti faccio visitare l’infermeria con il contagocce, più per imbottirti di psicofarmaci che per curarti, e se alzi la voce o tenti di scappare, allora saranno legnate.

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Ne abbiamo le prove

Pubblichiamo qui un interessante articolo di Gabriele Del Grande, scrittore e viaggiatore. Potete trovarlo, assieme ad altre decine di articoli sul suo blog  http://fortresseurope.blogspot.com/.

Fortezza Europa

commemorazione di morti in mareGiorno per giorno, da anni, il mare di mezzo è divenuto una grande fossa comune, nell’indifferenza delle due sponde del mare di mezzo. Dal 1988 almeno 15.760 giovani sono morti tentando di espugnare la fortezza Europa. Ne abbiamo le prove. Sono migliaia di articoli recensiti negli archivi della stampa internazionale. Potete consultarli per area geografica e per anno di pubblicazione. Vi proponiamo anche i bollettini mensili, la sezione statistica sugli sbarchi e una pagina di approfondimento.

Nel Mar Mediterraneo e nell’Oceano Atlantico verso le Canarie sono annegate 11.150 persone. Metà delle salme (6.649) non sono mai state recuperate. Nel Canale di Sicilia tra la Libia, l’Egitto, la Tunisia, Malta e l’Italia le vittime sono 4.249, tra cui 3.110 dispersi. Altre 186 persone sono morte navigando dall’Algeria verso la Sardegna. Lungo le rotte che vanno dal Marocco, dall’Algeria, dal Sahara occidentale, dalla Mauritania e dal Senegal alla Spagna, puntando verso le isole Canarie o attraversando lo stretto di Gibilterra, sono morte almeno 4.551 persone di cui 2.332 risultano disperse. Nell’Egeo invece, tra la Turchia e la Grecia, ma anche dall’Egitto alla Grecia, hanno perso la vita 1.389 migranti, tra i quali si contano 840 dispersi. Infine, nel Mare Adriatico, tra l’Albania, il Montenegro, la Grecia e l’Italia, sono morte almeno 637 persone, delle quali 253 sono disperse. Inoltre, almeno 629 migranti sono annegati sulle rotte per l’isola francese di Mayotte, nell’oceano Indiano. Il mare non si attraversa soltanto su imbarcazioni di fortuna, ma anche su traghetti e mercantili, dove spesso viaggiano molti migranti, nascosti nella stiva o in qualche container, ad esempio tra la Grecia e l’Italia. Ma anche qui le condizioni di sicurezza restano bassissime: 153 le morti accertate per soffocamento o annegamento.

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Fronte dei CIE: comunicato FAI

Fronte del CIE. Fiamme, rivolte e fughe

Brindisi, Bari, Milano, Torino, Gradisca. Tornano ad infiammarsi i CIE
italiani. Nell’ultima settimana si sono susseguite rivolte, incendi, atti
di autolesionismo, fughe.
Protagonisti delle proteste sono quasi sempre gli immigrati tunisini,
molti dei quali imprigionati dopo lo sbarco a Lampadusa. Assaggiato il
sapore aspro e seducente della libertà non sanno più farne a meno. Hanno
abbattuto il satrapo Ben Alì e non vogliono rassegnarsi alle gabbie in cui
li rinchiude lo Stato italiano.

Restinco, 21 marzo. Sono inagibili buona parte delle camerate del CIE
brindisino, teatro di una rivolta scoppiata nella notte tra lunedì 14 e
martedì 15 marzo. Buona parte delle camerate sono state investite dalle
fiamme: per bloccare i tunisini protagonisti della sommossa, la questura
ha dovuto inviare, oltre ai vigili del fuoco, anche poliziotti
dell’antisommossa e della digos.
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Il lavoro rende liberi (?)

L’immigrazione attuale si inserisce in un periodo critico dell’economia italiana, una crisi che gli esperti indicano come l’inizio di una discesa inarrestabile del modello economico liberista. Tale modello mostra le sue debolezze, lì dove non è in grado di utilizzare le sue potenzialità e risorse a favore delle popolazioni più povere del pianeta, le quali si riversano in cerca di migliori condizioni di vita, negli stessi paesi che nel periodo coloniale hanno depauperato le loro terre e lasciato che sprofondassero nella povertà e vivessero la loro esistenza sottomessi a regimi perlopiù dittatoriali, tenuti in piedi anche grazie alla passività, in alcuni casi peggio ancora compiacenza, dei paesi europei.

Gli emigranti delle coste meridionali del mediterraneo possono essere osservati sotto un’ottica che evidenzia il riflesso inverso, l’esternalità negativa di una spartizione della ricchezza che non ha messo al centro delle sue azioni l’umanità intera, ma solo una sua piccola parte. La povertà di interi continenti porta con sé i geni del colonialismo, e ne è la sua diretta conseguenza.

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Esercizi di memoria 2

Solo per dovere di cronaca pubblichiamo le votazioni finali della legge 189  del 2002, meglio nota come famigerata Bossi-Fini. Cerca pure il tuo “eletto” e vedi cosa ha deciso per te…

Votazione legge Bossi-Fini


Esercizi di memoria 1

Questo post lo consigliamo volentieri a chi, già in tempi non sospetti, aveva evidenti carenze di fosforo, elemento necessario al corpo umano per evitare di fare figuracce davanti alla storia. Sono ancora molti i bisognosi, tant è che noi proviamo a fare un breve riassunto. Suggeriamo, per voi che già avete sviluppato la vostra, di memoria, di affinare le indubbie qualità di cui disponete con un gioco dal titolo: Chi ti rappresentò nel 1997? Cercate nell’elenco qui sotto: deluso o soddisfatto?

La votazione finale qui sotto approvò con una buona maggioranza l’istituzione dei CPT, e porta il nome del vostro presidente, Giorgio Napolitano, e della sua amica Livia Turco. Ottima memoria, non erano leghisti.

P.S.: Ho trovato il nome del mio concittadino rappresentante e la sua votazione: non mi ha deluso affatto, infatti anche lui è amico del vostro Napolitano…

votazione Turco-Napolitano(1997)


In Italia mi trovo per caso, ma è al mondo che son venuta

 

La magia nera, René Magritte

La necessità di trovare soluzioni diventa sempre più aggressiva, corrode la mente. Ad ogni rifiuto di accettazione passiva di decisioni politiche, frutto di meschini calcoli riconoscibili dal nauseante odore, segue la richiesta di proporre l’alternativa percorribile.

Più ci si infila nel tunnel delle “ possibili soluzioni per arginare il problema”, più ci si avvicina al dirupo del compromesso.

Più le parole si avvicinano al dibattito politico post-tg, più si allontanano dall’uomo.

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A Brindisi l’accoglienza (1991)

 

Accadeva, vent’anni orsono, nella notte tra il 6 ed il 7 marzo del 1991, che la città di Brindisi vedeva arrivare una moltitudine di gente, stipata come sardine, su carrette del mare che chissa’ come facessero a rimanere in piedi…molti brindisini si svegliarono la mattina e, guardando il mare, videro questa immensa distesa umana sulla banchina del porto: era l’esodo albanese.

Quel paese, che nei giorni di cielo terso è visibile dai punti alti della città, era imploso su se stesso e la guerra civile una vicenda quasi inevitabile. A decine di migliaia si riversarono nei porti di Durazzo, Valona, aspettando solo di salire sulla prima imbarcazione che li portasse via dalla fame, dall’assenza di libertà, dalle prigioni e dallo sfruttamento.

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Toni Negri e le rivolte arabe

Sulle  sollevazioni popolari che stanno interessando la sponda sud del mediterraneo e non solo abbiamo letto un illuminante articolo di Valerio Evangelisti pubblicato dagli amici e compagni di TerraRossa. Qui vi proponiamo un altrettanto interessante brano che Toni Negri ha scritto insieme a Michael Hardt sul Guardian del 24 Febbraio. Riprendendo ciò che già aveva affermato Evangelisti, e cioè che questi moti  in ciabatte e kalashnikov sono il risultato della frustrazione di grossa parte della gioventù araba, colta e disoccupata, egli afferma che la richiesta di cacciare via i dittatori che sono lì da trent’anni è solo il primo degli auspici di chi scende in piazza, seguito da importanti domande sociali a cui nessuno ha ancora dato risposta. Ecco allora che si apre il dibattito sui parallelismi tra il Nord-Africa ed il resto del mondo, con interessanti considerazioni. Buona lettura

Traduzione: UniNOMADE 2.0

Gli arabi nuovi pionieri della democrazia

La sfida per gli osservatori delle insurrezioni in nord Africa e Medio Oriente è leggerle non tanto come ripetizioni del passato ma piuttosto come esperimenti che aprono nuove possibilità politiche per la libertà e la democrazia ben oltre la regione. In effetti, noi speriamo che attraverso questo ciclo di lotte il mondo arabo diventi nei prossimi decenni ciò che l’America Latina è stata nei decenni passati, ovvero un laboratorio di sperimentazione politica tra il potere dei movimenti sociali e i governi progressisti dall’Argentina al Venezuela, dal Brasile alla Bolivia.

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8 marzo: cosa si festeggia?

Oggi è la giornata internazionale contro la violenza sulla donna. Di strada da fare ce n’è tanta, soprattutto considerando le motivazioni della sentenza del processo Addesso, ispettore di polizia che ha gestito il CIE di via Corelli a Milano, accusato di stupro da una donna nigeriana, Joy, all’epoca dei fatti reclusa proprio in quel centro.
Come è andata quella vicenda? Leggete qui sotto l’ articolo de “il manifesto” che descrive in pieno l’autoassoluzione dello Stato con motivazioni che, se non fossero palesemente razziste e discriminatorie, sarebbero quantomeno ridicole….
Tutto questo mentre si diffonde, in questi giorni, la notizia di una donna stuprata a Roma in una caserma dei carabinieri da alcuni uomini in divisa…
Infine si dovrebbe ricordare che un anno fa, a Milano, per aver esposto lo striscione nella foto, che denunciava il caso di Joy, un gruppo di manifestanti fu caricato dalla polizia. Non poteva certo passare quel messaggio, quello striscione doveva essere sequestrato….

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