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Deportazioni del terzo millennio

Sbirri in abiti borghesi (per passare inosservati) mentre deportano, da Fiumicino alla Tunisia i loro “pacchi umani”. Ben imballati, con nastro adesivo sulla bocca e fascette di plastica ai polsi. Il tutto nell’indifferenza dei passeggeri e del personale di Alitalia, le cui reazioni avrebbero potuto impedire il rimpatrio. L’unico a contestare il trattamento riservato ai due migranti, l’autore delle foto, è stato zittito dagli aguzzini che hanno ribadito come si trattasse di una normale operazione di polizia. A voi i commenti….


Da Lampedusa a Parigi

Vi avevamo raccontato già di quel gruppo di tunisini che, arrivati a Parigi, avevano deciso di unirsi, creando il Collettivo da Lampedusa a Parigi. La prima emergenza per loro, dopo un viaggio incredibile per arrivare nella piccola isola siciliana, un mese circa di permanenza in Italia tra centri d’accoglienza, strade, il rocambolesco passaggio della frontiera a Ventimiglia, era, naturalmente, una casa. E qui si capisce come davvero l’Europa sia una sola cosa, in fatto di accoglienza del migrante: a Parigi nessuna risposta dalle autorità, nessuna sistemazione possibile, ed anzi, retate, pestaggi e arresti. Così questi tunisini avevano occupato un posto, una palazzina. Di pochi giorni fa la notizia di un violentissimo sgombero dei gendarmi contro questa, seppur precaria, sistemazione.

I tunisini non si sono dati per vinti e, incoraggiati dal clamore di questo sgombero, hanno ricevuto l’appoggio di molti francesi solidali. Ora hanno occupato un altro spazio, una palestra. Le autorità assicurano che non faranno irruzione a determinate condizioni da rispettare. Tutte le informazioni le trovate su Macerie e storie di Torino.

I migranti, con la loro voglia di una vita migliore, entrano in Europa diffondendo il conflitto. E’ lo stesso che hanno scatenato nei loro paesi per chiedere condizioni migliori. E’ proprio quello che mette in evidenza tutte le mancanze e le ipocrisie occidentali.


Appuntamento a Lecce

 

se opporsi alla guerra e contrastare l’indifferenza significa essere delinquenti…


Mediterraneo, cimitero di guerra

condividiamo e perciò pubblichiamo

di Annamaria Rivera – il manifesto

Ancora cadaveri di uomini, donne e bambini che vanno a ingigantire l’immenso sepolcro che è divenuto il Mare Nostrum, un tempo mare che affratellava genti, costumi, culture, oggi confine blindato che separa e stermina, uccidendo quel che resta della nostra umanità.

Le ultime duecentocinquanta vittime del Canale di Sicilia, eritrei e somali – che alcuni media tuttora, pur di fronte a una tale tragedia, osano chiamare «clandestini» o «extracomunitari» – non sono morte solo di proibizionismo, ma anche della nostra colpevole ingerenza «umanitaria» in Libia. Che ha preferito i bombardamenti ai corridoi davvero umanitari, che ha ignorato cinicamente il dovere di salvare anzitutto gli esseri umani e fra i primi i rifugiati, perseguitati e intrappolati dalla guerra civile. Continue reading


Fuori! (sull’Europa e le sue scelte)

 

L’Unione Europea bacchetta l’Italia, l’Italia bacchetta l’Europa perchè bacchetta solo l’Italia e non anche gli altri paesi…che tristezza!

Ma andiamo a spulciare questa maledetta direttiva comunitaria sui rimpatri, così capiamo se il problema è il reato di clandestinità o la costruzione, mattone su mattone, (si legga accordo su accordo, direttiva su direttiva) di una mastodontica recinzione invisibile (a volte anche no!) intorno ad ogni stato europeo nessuno escluso.

La direttiva rimpatri è quella che impone agli stati europei di rimpatriare i cittadini degli stati terzi che soggiornano in maniera irregolare (soggiornare in maniera irregolare su un pezzo di terra è una scena che mi fa venire i brividi, non riesco proprio a capire dove sia il problema!), e prevede tutta una serie di diritti che, chi si occupa da un pò di questa tematica sa benissimo non solo che vengono sistematicamente violati, ma che non sono affatto considerati, ma comunque è chiaro in ogni rigo che il rimpatrio deve avvenire! E se colui che deve essere rimpatriato resiste?, si dimena? Cosa prevede la direttiva? In allegato, sotto il titolo “Uso delle misure coercitive”,  si legge:

La misura coercitiva applicata non deve compromettere o minacciare la facoltà di respirare normalmente del rimpatriando. Se vi è uso della forza, si deve assicurare che il rimpatriando rimanga con il torace in posizione verticale e che nulla opprima o interferisca con il suo torace impedendogli di respirare normalmente. I rimpatriandi che oppongono resistenza possono essere immobilizzati con mezzi che non ledano la loro dignità e integrità fisica. Continue reading


Chi crede nella legge?

Notizia fresca fresca, la corte di giustizia europea boccia la norma italiana che prevede il reato di clandestinità. Leggete questo.

Qualcuno potrà ora dire che giustizia è fatta riguardo ad uno scempio del diritto come quello di trasformare in reato uno status, quello di essere senza i giusti documenti in un territorio straniero.

Qualcuno potrà dire che quella norma da periodo di leggi razziali non è l’unico problema, poichè essa è parte di un disegno ben più ampio chiamato pacchetto sicurezza.

Altri andranno a cercarsi il perchè è stato respinto questo provvedimento e con quali motivazioni. Si legge testualmente (da Repubblica): il reato di clandestinità entra in contrasto con le politiche europee che si pongono come obiettivo “di instaurare una politica efficace di allontanamento e di rimpatrio nel rispetto dei diritti fondamentali”. Continue reading


Un caffè a Oria.

Ci piace che questo blog si arricchisca, oltre che di notizie riguardanti i cie e le politiche deliranti in tema di immigrazione, anche di riflessioni e pensieri. Ci piace che ognuno metta del suo nella discussione sulla paura del diverso, sulle contraddizioni evidenti tra il principio dell’accoglienza, sbandierato da tutti, e i fatti reali che ogni giorno si ripercuotono su chi, di questa accoglienza, avrebbe davvero un bisogno immediato. Tanto più che la nostra terra, il salento del sole, del mare e del vento, ha nelle sue tradizioni quella di veder arrivare gente di terre lontane, e nei secoli si è dimostrata come una terra povera, ma proprio per questo, forse, più vicina a capire la disperazione di chi chiede una possibilità di vita migliore. E’ forse utile ricordare l’intervista di un “camuffato” tunisino, che per le vie di Oria (Br) chiedeva pane e soldi, proprio come fanno i migranti veri in questi giorni, ad una anziana signora del posto. Lei ha dato tutto quello che era nelle sue possibilità, e ha voluto consolare il “finto tunisino” dicendogli che capiva perfettamente i suoi stati d’animo, essendo stata anche lei emigrante, quando era ragazza, non all’estero, bensì a Milano. Questo articolo è scritto da una di noi, ed è il frutto di una ricerca interiore e di esperienze vissute in questi giorni a pochi passi dalla “tendopoli di Manduria”.

Una tazzina di caffè a Oria

A volte è necessario fermarsi, sollevarsi ed osservare tutto dall’alto, magari creando delle relazioni fra presente e passato, poiché la memoria, se esiste, a qualcosa dovrà pur servire e gli occhi, se esistono avranno certamente una funzione. Continue reading


Ne abbiamo le prove

Pubblichiamo qui un interessante articolo di Gabriele Del Grande, scrittore e viaggiatore. Potete trovarlo, assieme ad altre decine di articoli sul suo blog  http://fortresseurope.blogspot.com/.

Fortezza Europa

commemorazione di morti in mareGiorno per giorno, da anni, il mare di mezzo è divenuto una grande fossa comune, nell’indifferenza delle due sponde del mare di mezzo. Dal 1988 almeno 15.760 giovani sono morti tentando di espugnare la fortezza Europa. Ne abbiamo le prove. Sono migliaia di articoli recensiti negli archivi della stampa internazionale. Potete consultarli per area geografica e per anno di pubblicazione. Vi proponiamo anche i bollettini mensili, la sezione statistica sugli sbarchi e una pagina di approfondimento.

Nel Mar Mediterraneo e nell’Oceano Atlantico verso le Canarie sono annegate 11.150 persone. Metà delle salme (6.649) non sono mai state recuperate. Nel Canale di Sicilia tra la Libia, l’Egitto, la Tunisia, Malta e l’Italia le vittime sono 4.249, tra cui 3.110 dispersi. Altre 186 persone sono morte navigando dall’Algeria verso la Sardegna. Lungo le rotte che vanno dal Marocco, dall’Algeria, dal Sahara occidentale, dalla Mauritania e dal Senegal alla Spagna, puntando verso le isole Canarie o attraversando lo stretto di Gibilterra, sono morte almeno 4.551 persone di cui 2.332 risultano disperse. Nell’Egeo invece, tra la Turchia e la Grecia, ma anche dall’Egitto alla Grecia, hanno perso la vita 1.389 migranti, tra i quali si contano 840 dispersi. Infine, nel Mare Adriatico, tra l’Albania, il Montenegro, la Grecia e l’Italia, sono morte almeno 637 persone, delle quali 253 sono disperse. Inoltre, almeno 629 migranti sono annegati sulle rotte per l’isola francese di Mayotte, nell’oceano Indiano. Il mare non si attraversa soltanto su imbarcazioni di fortuna, ma anche su traghetti e mercantili, dove spesso viaggiano molti migranti, nascosti nella stiva o in qualche container, ad esempio tra la Grecia e l’Italia. Ma anche qui le condizioni di sicurezza restano bassissime: 153 le morti accertate per soffocamento o annegamento.

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Fortezza

 

Ingresso del CIE di Restinco