Tag Archives: rivolta

Tunisini di Lampedusa a Parigi

Leggiamo e diffondiamo volentieri:

da http://cettesemaine.free.fr/  e   http://informa-azione.info/

Nel gioco dell’oca a cui sono costretti gli immigrati tunisini, la frontiera francese non è certo l’arrivo. Dopo essere sopravvissuti alla traversata in mare, essere passati fra la rete poliziesca italiana od essere riusciti ad evadere da CIE e campi vari, aver passato la frontiera eludendo i blocchi della polizia francese… si ricomincia!
Nelle ultime due settimane ci sono state imponenti e continue retate “au faciès” (vengono presi di mira solo quelli che hanno la “faccia da arabo”) nelle principali città francesi, in particolare a Parigi. Ovviamente non ci sono cifre esatte, ma c’è chi parla di un migliaio sulla sola Parigi. Sembrerebbe, ma anche questa non è cosa sicura, che gli arrestati vengano trattenuti qualche giorno (altre fonti dicono due settimane), schedati (dati, foto, impronte digitali) e rilasciati con un foglio di via dal territorio francese. Testimoni hanno visto gli sbirri strappare davanti ai tunisini i pezzi di carta dati loro dalle autorità italiane (i cosiddetti permessi di soggiorno temporanei) … Continue reading


Imbrattamenti contro la cooperativa Nuvola

Ci giunge notizia, tramite mail anonima ad un sito a noi noto, quanto segue:

“FRANCAVILLA FONTANA (BR) – Ignoti lasciano scritte contro i C.I.E./LAGER e imbrattano l’insegna sotto la sede della ditta “NUVOLA” che lucra all’interno del c.i.e. di Restinco”

Non è intenzione di questo spazio incoraggiare, attraverso la pubblicazione di notizie di questo tenore, azioni come quella compiuta contro la cooperativa Nuvola. E’ però evidente a tutti come sempre più gente sia informata su quali e quanti siano gli ingranaggi che da anni permettono internamenti, violenze e deportazioni ai danni dei migranti senza carte. Ci sembra semplice e naturale conseguenza il fatto che alcuni, stanchi dell’immobilismo e del silenzio che copre orrori legalizzati come l’esistenza dei nuovi lager della democrazia, si muovano con azioni dirette senza il bisogno che esse siano il risultato di una concessione o di una autorizzazione.

La notizia non è stata confermata da nessun organo di stampa.

 


Sbatti il mostro in prima pagina

Solidali con i Fuoriluogo, solidali con noinonsiamocomplici.

Dalla Repubblica del 30 marzo.


Se non sono gigli…

Posso utilizzare la mia forza e le mie energie a far battaglie contro l’ordine precostituito dallo Stato e materializzato dalle forze dell’ordine, battermi quanto più coerentemente e costantemente possibile contro i loro soprusi e inganni, i loro abusi e violenze. Posso continuare a non utilizzare il diritto al voto, a non chinare la testa di fronte alla scelta di una rappresentanza monca e incapace di portare nei piani decisionali quella che è la mia idea, esser giunta alla conclusione che chi arriva in alto ha accettato di accantonare il suo pensiero pezzo per pezzo, in proporzione ai gradini percorsi per giungere in alto, fino a quando, dopo averlo raggiunto ha dimenticato cosa era il suo stesso pensiero, o pensarlo come così lontano e irrealizzabile che è meglio abbandonarlo definitivamente. Poi posso allearmi con quei, sempre meno, compagni di lotta e incamminarmi verso una struttura di ingiustizia incomparabile ed esprimere tutto il mio dissenso, lasciando tutti coloro che non sono con me nel buio pesto dell’ignoranza. Tutti coloro che hanno venduto la loro anima ai bisogni carnali, che hanno diviso la loro essenza fra soddisfazione personale e amore per l’umanità, lasciando che le due cose venissero divise irreparabilmente, che non coincidessero mai più. Lasciare che tutti costoro divengano facili statuette modellabili e domabili ai comandi del capitale, che siano tristi e felici a seconda di ciò che hanno visto in televisione, che si emozionino di fronte a un bambino dalla pelle scura e che si indignino quando lo stesso è divenuto grande ed è arrivato vicino al loro paesino. Continue reading


In questo mondo siamo tutti fuoriluogo


Riviste clandestine

Questo articolo è tratto dal numero di febbraio di “In vece”, giornale distribuito nelle situazioni di movimento e che pare sia pericoloso (o almeno compromettente) avere, da qualche giorno a questa parte. Perchè? A noi pare che questa rivista dica il giusto. Forse è proprio questa la risposta.

 

«Davanti alla rivolta che nelle ultime settimane sta divampando in Tunisia, senza dubbio in molti ci saremo chiesti cosa fare, come contribuire a far sì che le esplosioni di rabbia nelle strade di Tunisi, Gabes, Gerba, La Marsa possano stimolare e al contempo essere sostenute da quanto accade nelle nostre città.

“L’Italia sostiene i governi in Tunisia e in Algeria, che hanno avuto coraggio e costituiscono un’importante presenza mediterranea, soprattutto nella lotta al terrorismo”. Traducendo queste parole pronunciate dal ministro degli esteri Frattini è chiaro che il colonialismo italiano ha fortissimi interessi in questi paesi e che lo Stato e le aziende del nostro paese hanno enormi responsabilità nel costruire un presente di miseria per milioni di uomini e donne tunisini. Continue reading


Restinco-Manduria, tentati suicidi e caccia all’uomo.

Immigrati in fuga

 

Mentre tutti gli occhi sono concentrati su Berlusconi a Lampedusa, camicia nera e discorso demagogico, e sulla situazione di Manduria, anch’essa nel caos, Restinco rimane l’inferno che è sempre stato. Mercoledì 30 Marzo, secondo fonti che arrivano da dentro, un recluso ha provato ad impiccarsi all’interno del cie, ed è stato salvato in extremis. Continue reading


Restinco: tunisino si taglia la gola, sciopero della fame

Intorno alle 23 di ieri, 20 marzo, nel cie di Restinco si è scatenato
l'inferno. I reclusi sono tutti terrorizzati per l'accaduto. Un ragazzo
tunisino, fra gli ultimi arrivati a seguito dei disordini nord-africani,
si è tagliato la gola con un coltellino, dopo aver avuto un'animata
discussione con l'ispettore del centro. Dall'interno ci comunicano che il
ragazzo era continuamente insultato e stuzzicato dall'ispettore e la sua
tolleranza ha raggiunto il limite, dopo che il funzionario gli ha detto
che si sarebbe “scopato sua sorella”. Non è chiaro chi abbia chiamato
l'ambulanza, ciò che è certo e che essa è stata rimandata indietro dal
medico del cie, non appena giunta a Restinco. Il ragazzo rimaneva in
infermeria, nella quale era vietato l'accesso agli altri detenuti. Al
momento dell'accaduto erano presenti gli operatori della cooperativa
Nuvola, che gestisce il centro di Restinco.
I detenuti erano soli con le forze dell'ordine. Tutti i reclusi
decidono di protestare attuando lo sciopero della fame e pregano
affinché qualcuno si accorga della loro indegna esistenza, ripetono che
è necessario che i giornali e le televisioni entrino in quel posto,
per rendere testimonianza dell'inferno che vivono. Intanto i ragazzi
continuano ad assumere calmanti per annebbiare la mente e cercare di
dormire.
Sui giornali si legge:
“Intere camerate sono state distrutte – spiega Cicoria -, soprattutto
negli arredi. Ma abbiamo provveduto a fornire nuovi letti e per fortuna
non è stata compromessa la solidità dell’immobile sul quale sono stati
fatti gli accertamenti del caso, per questo non abbiamo ritenuto di
doverlo evacuare”.

http://www.brindisireport.it/prima-pagina/2011/03/19/

I detenuti continuano ad affermare di dormire sul pavimento. Il tunisino
pare stia meglio.
Ascolta l'intervista che il gruppo no-cie Brindisi ha rilasciato
ai compagni romani di Radio Onda Rossa 

intervista a no-cie brindisi

 


Incendio a Restinco


Nella notte tra 14 e il 15 marzo alcuni tunisini reclusi all’interno del centro di Restinco hanno portato dei materassi nel bagno e gli hanno dato fuoco. E’ stato necessario l’intervento dei pompieri per spegnere le fiamme, e si è creata una gran confusione poichè alcuni detenuti erano intossicati per le esalazioni del fumo. Il bagno è ancora inagibile, ma è già stato ridipinto dagli operatori del centro. Ai reclusi l’ispettore di polizia capo della struttura ha detto testualmente : “La prossima volta saranno calci nel culo”. A buon intenditor…

Aggiornamento 19/03/2011
Questo il resoconto che, solo due giorni dopo l’accaduto, il Quotidiano di Puglia diffonde:

Brindisi, nuova rivolta al Cie di Restinco
In fiamme camere e bagni

BRINDISI – Ennesima rivolta notturna al Cie (Centro di identificazione ed espulsione) di Restinco, e forse mai come questa volta la struttura rischia di chiudere.

Disordini durati per qualche ora, con gli extracomunitari che hanno distrutto camere bagni incendiando il centro. Polizia e militari in servizio hanno dovuto faticare non poco per fermare la rivolta. Questa mattina una commissione della prefettura ha effettuato un sopralluogo a Restinco per una valutazione della situazione, nelle prossime ore una decisione definitiva sarà presa assieme alla Questura.
Sabato 19 Marzo 2011 – 13:42


Toni Negri e le rivolte arabe

Sulle  sollevazioni popolari che stanno interessando la sponda sud del mediterraneo e non solo abbiamo letto un illuminante articolo di Valerio Evangelisti pubblicato dagli amici e compagni di TerraRossa. Qui vi proponiamo un altrettanto interessante brano che Toni Negri ha scritto insieme a Michael Hardt sul Guardian del 24 Febbraio. Riprendendo ciò che già aveva affermato Evangelisti, e cioè che questi moti  in ciabatte e kalashnikov sono il risultato della frustrazione di grossa parte della gioventù araba, colta e disoccupata, egli afferma che la richiesta di cacciare via i dittatori che sono lì da trent’anni è solo il primo degli auspici di chi scende in piazza, seguito da importanti domande sociali a cui nessuno ha ancora dato risposta. Ecco allora che si apre il dibattito sui parallelismi tra il Nord-Africa ed il resto del mondo, con interessanti considerazioni. Buona lettura

Traduzione: UniNOMADE 2.0

Gli arabi nuovi pionieri della democrazia

La sfida per gli osservatori delle insurrezioni in nord Africa e Medio Oriente è leggerle non tanto come ripetizioni del passato ma piuttosto come esperimenti che aprono nuove possibilità politiche per la libertà e la democrazia ben oltre la regione. In effetti, noi speriamo che attraverso questo ciclo di lotte il mondo arabo diventi nei prossimi decenni ciò che l’America Latina è stata nei decenni passati, ovvero un laboratorio di sperimentazione politica tra il potere dei movimenti sociali e i governi progressisti dall’Argentina al Venezuela, dal Brasile alla Bolivia.

Continue reading