Category Archives: COMUNICATI

Appello per la Kater i Rades

Facciamo nostro e diffondiamo un appello per un presidio davanti al tribunale di Lecce, in occasione della sentenza della Corte d’Appello sull’affondamento della nave carica di migranti che costò la vita ad un centinaio di albanesi in fuga dal loro paese in guerra civile. Questo non perchè una sentenza possa modificare, in un senso o nell’altro, le responsabilità di quella strage, quanto per testimoniare, ai familiari ed ai sopravvissuti, che non sono gli unici ad aver capito la realtà di quel venerdì santo intriso di sangue.

Il 28 giugno 2011, al tribunale di Lecce, sarà emessa una sentenza attesa 14 anni dai familiari e i superstiti della Kater i Rades che chiedono di avere giustizia per il centinaio di uomini, donne e bambini che perirono nello speronamento della nave albanese da parte della corvetta Sibilla della Marina Militare Italiana nel marzo del 1997, nel canale d’Otranto. Grandi sono le preoccupazioni da parte degli avvocati che patrocinano gli interessi degli albanesi sul rischio che il 28 giugno possa scaturire un giudizio che veda assolto lo stato italiano e la Marina per quella strage, capovolgendo il giudizio di primo grado emesso dal Tribunale di Brindisi. I timori provengono dalla requisitoria della Pubblica Accusa, a dir poco benevola nei confronti della Marina e dello Stato Italiano, ma anche dal clima politico attuale che vede a livello nazionale forze come la Lega fare della lotta all’immigrazione clandestina il cavallo di battaglia e leva di ricatto nei confronti del traballante governo Berlusconi. Ricordiamo come, quegli esponenti leghisti, che nel marzo 1997 invocavano di prendere a cannonate gli albanesi che fuggivano dall’Albania in piena guerra civile, oggi sono gli stessi che chiedono che le navi della NATO ( e quindi anche dell’Italia ) si facciano carico di bloccare coloro che fuggono dalla Libia in fiamme, tra combattimenti, bombardamenti e stragi di civili. Così , tra l’ipocrisia generale, si sta celebrando in queste ore la Giornata Mondiale del Rifugiato, tra convegni e visite di attrici famose improvvisatesi ad ambasciatrici ONU a Lampedusa, tra lacrimucce , belle parole e promesse di premi Nobel per l’isola , mentre ben altra è la realtà che debbono affrontare i migranti che cercano di arrivare in Italia ed in Europa. Facciamo appello a tutte le forze antirazziste pugliesi di esser presenti la mattina del 28 giugno2011 ( dalle ore 9 circa) dinanzi al tribunale di Lecce ad un presidio di solidarietà ai parenti delle vittime albanesi ma anche a tutti i migranti che con le nuove norme segregazioniste , quali quella dei 18 mesi di reclusione nei CIE , sono trattati come se fossero tra i peggiori criminali e che, se venissero accolte le richieste leghiste sull’embargo correrebbero il rischio di veder aumentare ancor di più le tragedie del mare che sino ad ora hanno mietuto migliaia di vittime, comprese quelle della Kater i Rades.

Osservatorio sui Balcani di Brindisi  –  Antirazzisti brindisini


Manduria 9 aprile:presidio (non) autorizzato e riflessioni

Questo report descrive una giornata straordinaria, quella di sabato 9 aprile,  in cui abbiamo deciso di tornare davanti alla tendopoli tra Oria e Manduria per ribadire ancora una volta che la politica sull’immigrazione di questo governo, ma di tutti i governi in generale, è una visione sciagurata del mondo, ed è complice e funzionale di un colonialismo mai finito. Non possiamo accettare che il concetto di accoglienza diventi pratica da appaltare a questa o quella azienda o organizzazione statale, non possiamo accettare che gente che fugge dalla propria terra perchè non può o perchè non vuole più starci venga rinchiusa, privata della libertà, marginalizzata e ghettizzata e ancora peggio venga diffusa l’idea che sia un pericolo incombente sulla testa dei cittadini. Non si può credere che creando una o più tendopoli in cui ammassare immigrati di ogni tipo si sia risolto il problema. Le notizie di queste ore, gli schiaffi che Maroni ha preso in sede europea, sono la ulteriore testimonianza (se qualcuno ne avesse il bisogno) che ciò che hanno fatto le autorità del vecchio continente, appoggiando prima dittatori sanguinari con i quali per anni hanno fatto affari, e poi bombardando, fregandosene altamente delle conseguenze, è un enorme fallimento visibile a tutti. Continue reading


Manduria: appuntamento per il 9 aprile

L’assemblea regionale tenuta a taranto oggi 4 aprile sulla vicenda dei migranti a Manduria, con la presenza di delegazioni di Taranto, Brindisi, Lecce, Bari, lancia l’appello per una ASSEMBLEA PRESIDIO PER SABATO 9 APRILE DALLE ORE 15 PRESSO IL CAMPO DI MANDURIA al fine di proseguire le iniziative di solidarietà già intraprese a favore dei migranti. Questo presidio-assemblea servirà a costruire un rapporto stabile con i migranti per realizzare insieme una piattaforma rivendicativa adeguata alle loro esigenze ed a proporre la continuità dei percorsi di lotta per sostenere le loro legittime rivendicazioni.
Le parole d’ordine che caratterizzeranno l’iniziativa del 9 sono:
– Nessun appoggio alle guerre per il petrolio
-chiusura del campo di Manduria e di tutti i lager per i migranti
-permesso di soggiorno e libera circolazione per tutti i migranti
-accoglienza e diritti per tutte e tutti.
Si invitano tutte/i a partecipare in massa ed a portare generi di prima necessità, vestiario, scarpe, etc. da distribuire ai migranti

COMITATO ANTIRAZZISTA PUGLIESE


Comunicato sul presidio vietato

Questo è il comunicato che il nostro gruppo ha redatto in seguito a ciò che è successo domenica 3 aprile. Chi volesse, (tra i presenti e non),  può mandare la propria adesione alla nostra mail, che vedete qui a destra, prima che tale comunicato venga diffuso agli organi di stampa. Naturalmente è solo una formalità, l’unica cosa che ci interessa (e ci addolora) è che quei ragazzi che ci aspettavano domenica non saranno stati felici di ciò che è successo. Noi siamo incazzati. Continue reading


Presidio non autorizzato

Abbiamo ricevuto, per mano del dirigente della digos di Brindisi, il documento ufficiale che VIETA il presidio di domani, domenica 3 aprile, di fronte al CIE di Restinco.

Il mandante è il ministero dell’interno, che ha chiamato la questura di Brindisi per negare qualsiasi manifestazione in provincia.

Il motivo ufficiale è che, a causa della fuga di massa dal centro di Manduria, la paura è che questo dissenso si diffonda OVUNQUE.

C’è chi, nella vita, è sempre pronto ad OBBEDIRE. Noi non siamo di quella stoffa. Domani, il gruppo no-cie brindisi proverà ad arrivare al cie di Restinco, SE ce lo permetteranno. Ci ostacolano, ma non ci sorprendono. A breve aggiornamenti

 


…e cinismo politico

Il buono e il cattivo tempo da queste parti lo fanno loro. Ovviamente, in caso di bel tempo non puoi ringraziare loro, vorrebbe dire che il lavaggio del cervello dei media ha funzionato. Rappresentano il classico cinismo votato alla convenienza, probabilmente ogni dichiarazione che rilasciano, per essere efficace, è sempre seguita da una ricerca di mercato sul gradimento. Inutile dire che il disprezzo, verso elementi come questi, è massimo, e non riusciranno mai a convincerci del contrario. Continue reading


Paura del dissenso….

Da quando questo blog è nato ci siamo accorti di quanto alcuni siano molto interessati a quello che qui viene scritto. Da un lato non può che farci piacere, poichè persone di tutti i tipi, da ogni parte d’Italia, seguono con attenzione le  orribili vicende di un lager in una nota (oramai ex) terra d’accoglienza. Sono persone che ogni giorno, ciascuno a suo modo, si sbattono per denunciare ma anche solo informare su quella che è diventata normale amministrazione dei flussi migratori: “non hai il pezzo di carta? devi essere chiuso, maltrattato e dimenticato” . Sempre se alla fine di questa terapia tu non venga deportato. Continue reading


Presidio sotto il cie

Siamo pronti, c’è ANCHE l’autorizzazione della questura. A breve gli aggiornamenti.


Fronte dei CIE: comunicato FAI

Fronte del CIE. Fiamme, rivolte e fughe

Brindisi, Bari, Milano, Torino, Gradisca. Tornano ad infiammarsi i CIE
italiani. Nell’ultima settimana si sono susseguite rivolte, incendi, atti
di autolesionismo, fughe.
Protagonisti delle proteste sono quasi sempre gli immigrati tunisini,
molti dei quali imprigionati dopo lo sbarco a Lampadusa. Assaggiato il
sapore aspro e seducente della libertà non sanno più farne a meno. Hanno
abbattuto il satrapo Ben Alì e non vogliono rassegnarsi alle gabbie in cui
li rinchiude lo Stato italiano.

Restinco, 21 marzo. Sono inagibili buona parte delle camerate del CIE
brindisino, teatro di una rivolta scoppiata nella notte tra lunedì 14 e
martedì 15 marzo. Buona parte delle camerate sono state investite dalle
fiamme: per bloccare i tunisini protagonisti della sommossa, la questura
ha dovuto inviare, oltre ai vigili del fuoco, anche poliziotti
dell’antisommossa e della digos.
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APPELLO ALLA MOBILITAZIONE CONTRO IL CIE DI RESTINCO

A pochi passi da te, nelle campagne della tua città, sorge una struttura con mura alte quatto metri, gabbie, telecamere e uomini armati che la presidiano notte e giorno.

E’ un vero e proprio carcere. Ma non lo è. I detenuti di questo non-luogo non hanno gli stessi diritti di un cittadino recluso per scontare la pena a seguito della commissione di un crimine. Essi subiscono una detenzione al fine di essere identificati. La reclusione può durare fino a sei mesi. Ai detenuti non è concesso entrare ed uscire dal centro né avere contatti con l’esterno.

Lo Stato italiano li reclude nei CIE, fino al giorno della loro espulsione. Ma i migranti a volte non subiscono in silenzio, alzano la testa e si ribellano, con sommosse e tentativi di fuga oramai divenuti costanti in tutti i CIE italiani.

Lottano per riottenere la loro LIBERTA’.

Il CIE di Restinco dista solo pochi chilometri dalla tua città. Le rivolte, le evasioni e gli atti di autolesionismo sono all’ordine del giorno e si sono intensificati negli ultimi tempi.

E’ ORA DI DIRE BASTA.

 

E’ tempo di far sentir loro che non sono soli. E’ tempo di criticare apertamente e attivamente la deriva razzista e liberticida delle leggi italiane sull’immigrazione. E’ il momento di organizzare iniziative, banchetti, presidi e attività di sensibilizzazione su questo abominio moderno.

L’appello è rivolto a tutti coloro che:

– non credono che la libertà individuale possa essere negata in nome di nuove forme di razzismo.

– non accettano che il diritto di uguaglianza di fronte alla legge sia calpestato con aggravanti dovute alla clandestinità.

– che riconoscono, come valori fondamentali, la solidarietà e l’accoglienza.

– credono nell’autodeterminazione e nella libertà di ogni individuo di scegliere dove vivere.

La infame politica di rinchiudere gli immigrati in questi lager viene decisa da pochi ma è il silenzio dei tanti che la rende possibile.

Chiediamo la chiusura immediata del CIE di Restinco, e di tutti i centri presenti sul territorio italiano.

Gruppo NO-CIE Brindisi