Menzogne mediatiche

Se in questi giorni provate a digitare restinco su google, vi apparirà, tra le primissime voci, questo articolo, (chiamiamolo così)  firmato da tale Antonio Portolano, sedicente giornalista di Brindisi Report, uno dei quotidiani on-line della città. Vogliamo sperare che la redazione di questo giornale non si sia accorta dell’abominevole scritto del signore di cui sopra. Altrimenti dovremmo cominciare a pensare che notizie come queste, piene almeno di molte inesattezze, siano il pane quotidiano dei giornali. Ad onor del vero, in seguito alla notizia del divieto imposto agli organizzatori del 3 Aprile, anche la Gazzetta del Mezzogiorno riportava notizie false circa, appunto, chi avesse indetto quel presidio, che non era Emergency (che ha comunque aderito e con la quale stiamo collaborando anche a Manduria), bensì proprio il gruppo no-cie.

Fosse questo l’unico problema, a noi non interesserebbe più di tanto, ma rimarrebbe il contenuto della cronaca da mettere in discussione già al secondo rigo. Il giornalista in questione, invece, si abbandona ad incredibili considerazioni di carattere personale, come “E’ la prima volta nell’arco dell’anno che una manifestazione, seppure consentita fino all’ultimo, venga cancellata“. Falso.  Ancora, “la questura concede a tutti i promotori di iniziative di esprimere le proprie opinioni“. Non crediamo sia proprio così. Oppure: “un gruppo di una quarantina di tunisini, agguerriti, capaci di radere al suolo le strutture nell’arco di una notte, sparacchiare qua e la contro le forze dell’ordine a mo’ di lanciafiamme bottiglie d’alcol, buttare giù muri, scavalcare recinzioni di quasi sei metri, compiere atti di autolesionismo, e che potrebbero in buona parte provenire dalle loro patrie galere aperte con la caduta del presidente Ben Alì“. Chiaramente affogato nei pregiudizi.. Non è ancora abbastanza: “Per questo, nonostante il pranzo al sacco per una manifestazione programmata per durare fino al pomeriggio, niente pasta al forno a Restinco. Meglio soprassedere“. Io direi grottesco. Chi voleva convincere, con queste parole?  Infine, l’apoteosi dell’ipocrisia e del peggiore moralismo: “C’era una volta il turismo sessuale, dopo la morte di Sara Scazzi siamo passati al necroturismo, in tempi di drammi dell’immigrazione non poteva mancare l’etno-turismo della domenica“.

Signor A. P., lei merita tutto il nostro disprezzo. Proprio come lei voleva renderci ridicoli, quattro ragazzotti che si occupano di un problema senza neanche averlo capito, che difendono l’indifendibile, che potevano andarsene al mare, beh, anche noi, siamo sicuri, abbiamo fatto fare quattro risate a chi quel giorno c’era, ma anche a chi è sembrato plateale il suo maldestro modo di fare giornalismo. La invitiamo a non scrivere più nulla riguardo questi temi, dato che s0no evidenti le sue carenze, o se proprio non c’è nessun (altro) giornalista, in redazione, eviti di scrivere ancora sul gruppo no-cie.

Senza cordialità. Gruppo No-CIE Brindisi

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