Intorno alle 23 di ieri, 20 marzo, nel cie di Restinco si è scatenato
l'inferno. I reclusi sono tutti terrorizzati per l'accaduto. Un ragazzo
tunisino, fra gli ultimi arrivati a seguito dei disordini nord-africani,
si è tagliato la gola con un coltellino, dopo aver avuto un'animata
discussione con l'ispettore del centro. Dall'interno ci comunicano che il
ragazzo era continuamente insultato e stuzzicato dall'ispettore e la sua
tolleranza ha raggiunto il limite, dopo che il funzionario gli ha detto
che si sarebbe “scopato sua sorella”. Non è chiaro chi abbia chiamato
l'ambulanza, ciò che è certo e che essa è stata rimandata indietro dal
medico del cie, non appena giunta a Restinco. Il ragazzo rimaneva in
infermeria, nella quale era vietato l'accesso agli altri detenuti. Al
momento dell'accaduto erano presenti gli operatori della cooperativa
Nuvola, che gestisce il centro di Restinco.
I detenuti erano soli con le forze dell'ordine. Tutti i reclusi
decidono di protestare attuando lo sciopero della fame e pregano
affinché qualcuno si accorga della loro indegna esistenza, ripetono che
è necessario che i giornali e le televisioni entrino in quel posto,
per rendere testimonianza dell'inferno che vivono. Intanto i ragazzi
continuano ad assumere calmanti per annebbiare la mente e cercare di
dormire.
Sui giornali si legge:
“Intere camerate sono state distrutte – spiega Cicoria -, soprattutto negli arredi. Ma abbiamo provveduto a fornire nuovi letti e per fortuna non è stata compromessa la solidità dell’immobile sul quale sono stati fatti gli accertamenti del caso, per questo non abbiamo ritenuto di doverlo evacuare”.http://www.brindisireport.it/prima-pagina/2011/03/19/ I detenuti continuano ad affermare di dormire sul pavimento. Il tunisino pare stia meglio. Ascolta l'intervista che il gruppo no-cie Brindisi ha rilasciato ai compagni romani di Radio Onda Rossa intervista a no-cie brindisi