Il presidio che si terrà l’11 Dicembre, dalle ore 10,30 alle ore 13,30, presso il CIE/CARA di Restinco (BR) ha come principale obiettivo quello di comunicare ai reclusi e a coloro che vorranno ascoltare, la nostra totale opposizione all’esistenza stessa dei “centri d’identificazione ed espulsione”. Chiediamo l’immediata chiusura di tali strutture, considerabili a tutti gli effetti e in assenza di eufemismi, i lager della democrazia.
La reclusione fino a 18 mesi di individui la cui sola colpa è quella di non possedere un documento è considerabile, oggettivamente, ingiusta e disumana. Gli innumerevoli tentativi di fuga, gli atti di autolesionismo, gli scioperi della fame e le ribellioni che si verificano nel CIE di Restinco, e in tutti gli altri centri dislocati sul territorio italiano, spiegano che i migranti detenuti hanno consapevolezza della loro condizione e non hanno più voglia di rimanere in silenzio.
In quel giorno noi saremo lì a dire che sosteniamo la loro lotta e ci uniamo a loro. Considerare ingiusta la limitazione della libertà di un individuo implica considerare atto di giustizia il tentativo di evadere dal centro. Sosteniamo tutte le loro forme di ribellione, che per quanto estreme a volte si presentino, nulla sono rispetto alla violenza e azl razzismo di cui questi lager sono espressione e di cui i migranti sono vittime. Esprimeremo la nostra solidarietà nei confronti di tutti i migranti che hanno cercato una via di fuga e non sono riusciti a raggiungere la libertà e che sono ora detenuti nelle prigioni italiane.
L’indifferenza e il silenzio hanno sempre reso la strada che porta alle ingiustizie, facile da percorrere. Noi vogliamo renderla irta di ostacoli e intransitabile, dichiarando di non voler essere complici di simili mostruosità. Musica e percussioni africane faranno da contorno alla lettura di comunicati e alla possibilità per ognuno di esprimere la propriaidea. Invitiamo coloro che decideranno di partecipare al presidio di munirsi di strumenti il cui suono sia in grado di sfondare i muri che imprigionano.
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