Questo report descrive una giornata straordinaria, quella di sabato 9 aprile, in cui abbiamo deciso di tornare davanti alla tendopoli tra Oria e Manduria per ribadire ancora una volta che la politica sull’immigrazione di questo governo, ma di tutti i governi in generale, è una visione sciagurata del mondo, ed è complice e funzionale di un colonialismo mai finito. Non possiamo accettare che il concetto di accoglienza diventi pratica da appaltare a questa o quella azienda o organizzazione statale, non possiamo accettare che gente che fugge dalla propria terra perchè non può o perchè non vuole più starci venga rinchiusa, privata della libertà, marginalizzata e ghettizzata e ancora peggio venga diffusa l’idea che sia un pericolo incombente sulla testa dei cittadini. Non si può credere che creando una o più tendopoli in cui ammassare immigrati di ogni tipo si sia risolto il problema. Le notizie di queste ore, gli schiaffi che Maroni ha preso in sede europea, sono la ulteriore testimonianza (se qualcuno ne avesse il bisogno) che ciò che hanno fatto le autorità del vecchio continente, appoggiando prima dittatori sanguinari con i quali per anni hanno fatto affari, e poi bombardando, fregandosene altamente delle conseguenze, è un enorme fallimento visibile a tutti.
Per questo sabato tante realtà pugliesi (dai gruppi auto-organizzati, ai centri sociali, alle associazioni che rifiutano questo modo di fare accoglienza) si sono incontrate, senza neanche indire un presidio, ma con un semplice passaparola; ostacolate dalla polizia, che nel vano tentativo di far rispettare il divieto a manifestare, ha bloccato la via d’accesso 1 km prima della tendopoli, hanno raggiunto il campo a piedi e si sono riprese la strada e la gioia di dissentire. Tutto con la sensazione che i migranti, usciti dal campo per capire cosa stesse accadendo, fossero davvero una sola cosa con chi protestava.
Un momento per capire che ci siamo e che bisogna continuare questo percorso di lotta, insieme.
Questo il testo del volantino diffuso al presidio.
MORTI NEL MEDITERRANEO, MAI PIU’.
Il flusso di immigrazione dai paesi poveri verso i paesi ricchi non può più essere considerato un evento occasionale ed eccezionale: è ormai tendenza strutturale determinata dall’aumento di disparità di redistribuzione della ricchezza e dal moltiplicarsi dei conflitti. L’Europa deve attrezzarsi ad una politica comune di accoglienza reale e cessare le politiche di rapina delle risorse e di sostegno ai dittatori al solo scopo di tentare di bloccare i flussi migratori. E’ ormai ineludibile il nodo di una equa distribuzione della ricchezza sul pianeta affinchè le persone possano esercitare il diritto a scegliere se partire o restare nel proprio paese e non esserci costretti dalla situazione economica o politica. In Italia si crede di risolvere la vicenda dell’afflusso dei tunisini con la concessione del permesso di soggiorno temporaneo per coloro che sono arrivati prima del 5 aprile e concludendo accordi di rimpatrio con la Tunisia per gli arrivi successivi, ma dal punto di vista della logica e del diritto chiediamo: forse le condizioni in Tunisia sono cambiate dopo il 5 aprile? Forse quelli che saranno costretti a restare in Tunisia otornarci avranno più possibilità di trovare una condizione di vita degna? Sui respingimenti è solo il caso di ricordare che ancora, come già avviene per la Libia, l’Italia si muove contro il diritto internazionale che vieta i respingimenti in mare e le espulsioni di massa (direttiva comunitaria 115/08).
CHIUSURA DELLE TENDOPOLI: per un sistema di reale accoglienza e di inclusione sociale diffuso su tutto il territorio
CONCESSIONE DELLA PROTEZIONE TEMPORANEA ANCHE A COLORO CHE HANNO ABBANDONATO I CAMPI IN QUESTI GIORNI
COORDINAMENTO ANTIRAZZISTA PUGLIESE.